PAGINE DI SABBIA
Anna Calonico | giugno 2015 | narrativa | Ponterosso N° 2
Nuovo romanzo di Edoardo Triscoli
di Anna Calonico
Eravamo rimasti a un lieto fine: il giovane Ernesto, il suo maestro Mandrali e tutto il resto dello staff della libreria Bibliopolis erano sani e salvi dopo l’incendio che aveva quasi devastato il tesoro di preziosi libri antichi, Bibliopolis era tornata alla normalità e il pericoloso, pazzo Boulez era morto. Nel futuro dei librai eroi c’era un viaggio in Mauritania, alla ricerca di antiche pagine di sabbia.
Ed ecco, a distanza di un anno, il libraio triestino Edoardo Triscoli ci porta in un’altra avventura con il secondo volume della sua trilogia iniziata appunto con Bibliopolis. Trieste, città dei libri perduti: Pagine di sabbia. Trieste, il deserto e le biblioteche rivelate continua a parlare di libri antichi, preziose pergamene e, naturalmente, avventure pericolose e segrete, misteri esoterici e violenti mercenari. Anche in questo volume, tra una miriade di citazioni così frequenti che anche i nomi dei personaggi non sembrano decisi a caso, e primo fra tutti il sabiano Ernesto, la narrazione si svolge passando da atmosfere in stile Nome della rosa a un più commerciale Indiana Jones, fino ai celeberrimi oscuri e intricati enigmi del Codice da Vinci.
Naturalmente il pericolo inizia ancora prima della partenza: è arrivato in città un nuovo mercenario, questa volta proveniente dalla Russia, come nelle migliori spy story, e probabilmente è stato assoldato dal viscido conte massone, oppure dall’altrettanto viscido gesuita amministratore della certosa di Montecodice, che già nel primo volume avevano dato filo da torcere all’ingegnoso quanto coraggioso Mandrali. Il viaggio comunque non viene rimandato e Triscoli ci fa conoscere un altro legionario rude ma valoroso, e con la sua scassatissima auto i tre impavidi protagonisti si avventurano tra le dune del deserto, tra bambini poverissimi e gioiosi, femmine di dromedario ghiotte di datteri, pergamene magiche che vincono l’impotenza, rari codici antichi di inestimabile valore, poche gocce d’acqua leccate dalla plastica leggera di un pacchetto di fazzoletti di carta, SOS speranzosi lanciati in pieno deserto da uno smartphone, tuareg e tazze di the. Ancora una volta i nostri paladini si trovano sul punto di lasciare la vita terrena, ma ancora una volta, aiutati da coraggio, colpi di genio e una salda amicizia, riescono a salvarsi e a tornare a casa, non senza una tappa a Parigi, per regalare ai lettori una chicca per appassionati. E a casa, naturalmente, si ripresenta il pericolo che, come nel precedente libro, anticipa ciò che ci aspetterà nel terzo volume.
La narrazione è piacevole, avvincente e spesso divertente, gli ingredienti per una buona riuscita ci sono tutti: trama intricata quanto basta, avventura, misteri, morti e belle fanciulle. Rispetto a Bibliopolis, questo secondo lavoro abbandona un po’ l’aura di mistero per soffermarsi maggiormente su pericoli e gesta eroiche, e se il primo abbracciava in pieno il genere thriller, Pagine di sabbia è un tipico libro di avventura.
Il personaggio di Ernesto, giovane ingenuo e tenero, che mescola in un indissolubile miscuglio paura, coraggio e incoscienza, ci ricorda il giovane Adso che pendeva dalle labbra del suo maestro e aspirava a diventare saggio e colto come lui, ma è caratterizzato anche da ironia e da una dabbenaggine che, rispetto al giovane monaco di Umberto Eco, lo porta spesso a fare delle figuracce che solo il suo buon cuore può far dimenticare. Il personaggio di Mandrali, invece, rappresenta l’eroe invincibile, il maestro dalla vastissima cultura, il genio dei tranelli e delle soluzioni; incarna sicurezza, anche se è portatore di pericoli, sembra una figura paterna pur essendo lontanissimo dall’idea comune di padre; la sua saggezza è così grande che a volte sembra leggere nel pensiero e sempre riesce ad avere l’ultima parola. Le citazioni a inizio capitolo, che a volte sono un preludio di cosa ci aspetta, sembrano spesso pronunciate da lui: Tutto quello che vuoi è dall’altra parte della paura, Soltanto chi osa spingersi un po’ più in là scopre quanto può andare lontano, Un pericolo non si supera mai senza pericolo: tutti aforismi che l’ex legionario sembra pronunciare a voce alta per convincere se stesso e il suo giovane amico ad andare avanti, a trovare quegli antichi manoscritti anche se la ricerca è rischiosa. Forse, Leonardo Mandrali lo fa perché “il pericolo è il suo mestiere”, perché un legionario non può abituarsi a una vita di monotona routine, e noi, noi lettori lo seguiamo pagina dopo pagina per amore dei libri, o forse perché anche noi abbiamo bisogno di fuggire la quotidianità.
Alla fine del libro, alla fine dell’avventura, quello che resta è il sollievo per i libri salvati, ed è un profondo senso di lealtà e di amicizia: “L’amicizia è una delle più belle risposte che la vita ti possa dare” dice Ernesto, lasciando per una volta senza parole il suo capo.
Edoardo Triscoli, Pagine di sabbia . Trieste, il deserto e le biblioteche rivelate, MGS Press, pp. 256, € 18,00