Miran Košuta traduce France Prešeren

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Una versione italiana con testo a fronte dell’opera in versi dell’insigne poeta sloveno

di Enzo Santese

 

Poezije doktorja Franceta Prešerna / Poesie del dottor France Prešeren (edito dal tipografo Jožef  Blaznik a Lubiana nel 1846, ma datato 1847) è l’unico libro pubblicato in vita  dal più grande poeta sloveno, France Prešeren, nato a Vrba nel 1800 e morto a Kranj nel 1849. È del triestino Miran Košuta, storico della letteratura di quel paese, scrittore e saggista, la traduzione, uscita nel 2020 per iniziativa dell’Editoriale Stampa Triestina, che di quel volume traduce tutte le poesie con testo a fronte, esclusa peraltro la ballata in lingua tedesca Lenore di Gottfried August Bürger, tradotta dal poeta sloveno. Quindi il volume, che propone in italiano il mondo poetico di Prešeren, è una finestra aperta sullo scenario romantico, in cui le idee europee sulla conoscenza delle letterature straniere si combinano con la coscienza nazionale tipica del periodo.

Il complesso fecondo di rapporti tra la cultura slovena e quella italiana riceve un impulso di approfondimento e di reciproca attenzione con un libro che da tempo reclamava la sua realizzazione; Miran Košuta ha impegnato se stesso in una lunga consuetudine di studio riguardante gli esiti più cospicui del confronto tra due lingue e due letterature, capaci di rimarcare una loro precisa identità pur dentro un ambito dove la contiguità geografica nel corpo centrale d’Europa ha prodotto sollecitanti riflessi per entrambe. È il paradigma di quanto l’opera traduttiva dovrebbe comportare in chi si accinge ad affrontare la poesia nel lavoro di riporto dalla lingua di un autore in un’altra, senza minimamente alterare nemmeno le sfumature significanti dell’originale; queste richiedono non una fedeltà pedissequa ma un’aderenza all’originale nel rispetto assoluto del pensiero senza minimamente forzare i sensi e le dinamiche logiche nel lavoro finito.

Boris Paternu, uno dei maggiori specialisti dell’argomento, in una delle due postfazioni al libro (l’altra è di Elvio Guagnini) annota che «Prešeren portò a maturazione estetica le lettere slovene, affinando per primo il loro stile e schiudendo così loro l’opportunità di una piena, completa evoluzione letteraria, almeno nell’alveo lirico, mentre la prosa rimaneva, nella prima metà del XIX secolo, ancora in condizioni di forte arretratezza». In questa azione importanti fattori di lievitazione nella qualità dei contenuti e nella valenza di originalità sono stati proprio France Prešeren e il suo grande amico, il teorico e critico Matija Čop.

Il lavoro di Košuta, contribuisce in maniera sostanziale a illuminare i contorni di una fisionomia letteraria che, profondamente nutrita dalla temperie romantica, sviluppa un suo riconoscibile tratto inserendolo, tra l’altro, a buon diritto tra le emergenze di pensiero e di scrittura più significative nel panorama del periodo, con una marcatura specifica della nuova dignità raggiunta dalla letteratura di quel paese che nello scrittore ha trovato uno dei diffusori più efficaci nell’illuminare le sue peculiarità specifiche ed europee in generale.

«Per quanto possibile, – avverte lo studioso triestino – la presente traduzione delle poesie cerca di rispettare, oltre al portato semantico, anche le caratteristiche formali dell’originaria raccolta, rendendone la struttura strofica, le figure retoriche, la rimica e la metrica nel tentativo di mediare al lettore italiano la bellezza dello zven e del pomen, del suono e del significato che echeggiano inscindibilmente fusi nell’alto canto romantico di France Prešeren». Indubbiamente questo “tentativo” del traduttore è andato a buon fine e ciò emerge da una lettura comparata del testo originale e di quello a fronte. L’aspetto che più dà corpo al lavoro di scavo di Miran Košuta è il fatto di essersi accostato ai testi facendone emergere con precisione i rilievi di pensiero, con una cura particolare nella resa del ritmo, della musicalità, del regime strofico e delle pause. È così che il testo a fronte può suggerire (ed è stimolo molto apprezzabile, di forte riflesso culturale) sfruttare per uno sguardo parallelo rivolto anche al testo sloveno che, anche a chi non ha dimestichezza con la lingua, rivela il pregio del traduttore nel rispetto della quantità, delle pause e della rima riuscendo Košuta nel difficile ricamo dell’interpretazione intessuta nel verso, che si conforma sempre all’originale senza divaricare mai nella dissonanza arbitraria. Anzi l’andamento prosodico ricalca puntualmente, proprio in parallelo tra l’una e l’altra lingua la rima, per esempio, nelle sue varietà di baciata e incrociata in sequenza: Luna brilla, / bacchio squilla / stanche, tarde ore già; / duol dannato /mai provato / assopire non mi fa. (Pod oknom /Sotto una finestra).

Per il resto il libro, ricco di 494 pagine, distingue i contenuti nelle sezioni di Poesie, Ballate e Romanze, Poesie varie, Gazzelle, Sonetti (la parte più corposa, distinta in quelli d’amore, nel Serto dei sonetti, nei satirici e in quelli della sventura), Battesimo alla Savica e un’appendice con il Brindisi, le cui prima e settima strofa dal 29 marzo 1990 sono le parole dell’inno nazionale sloveno.

La capacità di Prešeren di spaziare con disinvoltura tra forme espressive e temi con sfumature significanti diverse è data anche dalla gazzella o ghazal, una forma di poesia d’araba antica, confluita poi nelle «letterature islamiche con struttura mobile dai 5 ai 15 versi composti ciascuno da due emistichi, solitamente monorimici». Diffusasi in Europa, in ispecie in Inghilterra, Germania e Spagna, la gazzella ha avuto apprezzabili risultati in vari autori, tra tutti anche in Goethe e Garcia Lorca. «Se germoglierà il seme, chi lo effonde, non lo sa; /chi la interra, se farà la pianta fronde, non lo sa. /Sotto il cielo un dì e un anno il nomade si sfà;/ ma se alfine le sue messi avrà feconde, non lo sa».

Miran Košuta dedica in appendice una parte cospicua del volume alle note al testo che percorrono con profondità d’analisi e chiarezza d’argomenti la genesi delle varie liriche, le loro caratteristiche metriche, illustrano le motivazioni di partenza, aprono squarci di natura storica, di rilievo tecnico-letterario su luoghi, persone ed eventi che hanno avuto un’incidenza pur minima nella vita e nell’opera di Prešeren. Sempre in appendice, segue una breve guida alla pronuncia di nomi e termini presenti nella traduzione, poi la cronobiografia che scandisce nei punti qualificanti del suo percorso attraverso gli eventi più significativi e una bibliografia delle principali opere di e sull’autore. Le due postfazioni, rispettivamente di Boris Paternu e di Elvio Guagnini, mettono poi il sigillo su un’opera che è impulso ulteriore e ponte culturale di prim’ordine tra Slovenia e Italia, collocate nella contiguità europea con i tratti distintivi della loro cultura. Paternu afferma che «Prešeren è rimasto anche un indomito paladino dell’individualità nazionale slovena, sia rispetto al Settentrione che al Meridione slavo da cui proveniva la forte ondata illirista, determinata ad abolire lo sloveno come lingua letteraria e imporre al suo posto una comune lingua slavomeridionale. Non è affatto esagerato affermare che Prešeren abbia fondato la nazione slovena, naturalmente nell’ambito dell’idea e della poesia. Entrambe elevate però a un livello europeo e cosmopolita di modernità». Elvio Guagnini, dal canto suo, dopo un ampio e articolato ragionamento sull’utilità delle traduzioni con uno sguardo su quelle che hanno fatto la storia della letteratura europea, conclude con un auspicio che facciamo nostro: «un patto di grande impegno – con i lettori e gli studiosi – per un lavoro al quale dobbiamo guardare con animo grato e augurare ampia circolazione». Lo merita davvero la traduzione realizzata da Miran Košuta in un’opera che risulta omogenea nella complessità delle sue articolazioni, nella lucidità dell’analisi che traspone in italiano il pensiero di Prešeren, con rigore critico e bella disponibilità interpretativa.

 

 

France Prešeren

Poesie

traduzione, note e

redazione critica di

Miran Košuta

ZTT-EST, Trieste 2020

  1. 496, euro 29,00