La famiglia Von Sonderburg di Maria Luisa Grandi

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di Paolo Quazzolo

 

Con la pubblicazione, in volume unico, della Trilogia von Sonderburg, giunge a compimento un progetto editoriale di Maria Luisa Grandi iniziato nell’ormai lontano 2010 con l’uscita de La famiglia von Sonderburg, cui ha fatto seguito, nel 2013 Ritrovarsi e, infine, nel 2014, L’antico cancello. Romanzi che, sin dalla loro prima uscita, hanno conosciuto un notevole successo, prova ne sia che il primo dei tre, già nel 2012, è stato tradotto in lingua tedesca, con un titolo leggermente diverso, Dämmerung in Triest (Crepuscolo a Trieste), ma tuttavia particolarmente efficace nel cogliere quel senso di decadenza e di finis Austriae che vengono così ben descritti dall’autrice.

L’idea per questa trilogia è maturata in Maria Luisa Grandi un po’ alla volta, attraverso la raccolta paziente e meticolosa di documenti, testimonianze, racconti tramandati all’interno della propria famiglia, ma anche tramite una rigorosa ricerca che le ha permesso di ricostruire, secondo la formula più accreditata del romanzo storico, quell’articolato sfondo di eventi reali davanti ai quali si muovono personaggi di fantasia. Figure che, tuttavia, posseggono un forte impatto emotivo e nelle quali molti lettori possono riconoscere vicende e sentimenti che appartengono alla storia delle loro le famiglie.

La Trilogia abbraccia uno spazio temporale che copre quasi per intero il cosiddetto “secolo breve” anzi, si sviluppa proprio entro quell’arco cronologico che va dalla prima guerra mondiale agli anni Settanta, individuati quali confini all’interno dei quali si svolgono, in una drammatica e coerente successione, una serie di eventi che hanno profondamente mutato il volto dell’Europa.

È la storia, ambientata prevalentemente – ma non solo – a Trieste, di una famiglia di antiche origini aristocratiche, da sempre fedele all’imperatore d’Austria, tra le migliori esponenti della buona società triestina e viennese. Attraverso le vicissitudini dei von Sonderburg viene ripercorso un importante pezzo di storia europea, laddove i destini privati di una famiglia che, via via, diviene sempre più ramificata, si intrecciano con quelli di un’intera umanità, scossa da due guerre mondiali e da profondi cambiamenti sociali ed economici.

Il primo romanzo della Trilogia, La famiglia von Sonderburg, si svolge a Trieste tra il 1913 e il 1921, sullo sfondo della Grande Guerra. Il completo capovolgimento della situazione politica al termine del conflitto, la caduta dell’impero Austro-Ungarico, l’arrivo degli italiani, provoca un senso di smarrimento soprattutto in quelle famiglie un tempo fedeli alla casa d’Austria, che si interrogano sul loro incerto futuro. È la descrizione, attraverso l’inedita prospettiva di coloro che un tempo erano stati cittadini dell’Austria-Ungheria, di quel lento dämmerung, quel melanconico crepuscolo della città, percepito sin dalle prime avvisaglie del conflitto, che un po’ alla volta vedrà affondare molte delle attività commerciali e, con esse anche il dissolversi del tessuto sociale di un tempo.

La storia che ci narra la Grandi, infatti, non è quella ufficiale scritta dai vincitori, ma, viceversa, quella vissuta dai vinti e, proprio per questo, meno conosciuta. Con un originale capovolgimento di prospettive, La famiglia von Sonderburg propone la storia di Trieste, all’alba del nuovo secolo, non dal punto di vista dei cittadini italiani nell’entusiastico anelito verso il ricongiungimento alla madrepatria, ma viceversa attraverso gli occhi di una famiglia, sì intimamente triestina, ma di origine, formazione culturale e sentimenti austriaci. Ecco allora che la caduta dell’Impero e l’arrivo a Trieste del Regno d’Italia, è vissuto non come un atto liberatorio, quanto viceversa come un angosciante smarrimento. E gli stessi membri della famiglia, posti di fronte al divenire degli eventi storici, reagiscono in modo opposto, chi rimanendo fedele all’Impero, come il fratello maggiore Ferdinando impegnato sul fronte a salvare vite negli ospedali da campo, chi passando pericolosamente dall’altra parte delle barricate, come il fratello minore Carlo il quale, desiderando combattere in favore dell’Italia, dovrà poi scontare questa scelta.

Il secondo atto della Trilogia, Ritrovarsi, prende avvio quindici anni dopo, nel 1936 e vede quale protagonista la seconda generazione. Una nuova guerra, forse ancora più violenta e drammatica della precedente, è posta al centro della narrazione: i primi capitoli descrivono il lento scivolare dell’Europa verso un allucinante inferno. L’incendio dell’Hotel Balkan, rievocato al termine del primo romanzo, la crescente intolleranza all’interno di una città che, storicamente, era stata punto di incontro tra razze, culture e religioni diverse, prospetta l’avvento di tempi difficili. L’avvento del fascismo in Italia e del nazismo in Germania, trascinano rapidamente l’Europa verso una nuova, immane tragedia. La famiglia von Sonderburg è sempre più ramificata: chi vive la tragedia del secondo conflitto da Vienna, chi da Firenze, chi dalla Bavaria, chi da Trieste. La dimensione prevalentemente triestina del primo romanzo cede il posto a una narrazione che si dipana in aree geografiche differenti; la Germania di Hitler, l’Italia del fascismo, le orrende violenze della guerra, la resistenza partigiana, scandiscono il ritmo di una narrazione a tratti altamente drammatica che vede frantumarsi la famiglia. Ma, ancora una volta, al termine della guerra, il miracolo torna a compiersi e i von Sonderburg, fortunosamente illesi, si preparano a riunirsi nella casa patriarcale di Trieste.

Il capitolo conclusivo della Trilogia, L’antico cancello, si apre laddove si era concluso Ritrovarsi, al termine della seconda guerra mondiale. Protagoniste di questo ultimo romanzo sono la terza e la quarta generazione: nel corso del romanzo dovremo dolorosamente distaccarci da alcuni personaggi che ci hanno accompagnato fin qui, mentre i von Sonderburg sembrano divenire sempre più il simbolo di un mondo che appare ormai lontano e perduto. La narrazione, questa volta con una ambientazione che corre dall’Europa al Nord America, si dipana sino agli anni Settanta, laddove i numerosi nipoti von Sonderburg dovranno confrontarsi con un mondo in rapido cambiamento, in cui gli anni della contestazione giovanile e le prime avvisaglie dei cosiddetti “anni di piombo”, sembrano incombere pericolosamente sul loro destino.

Luogo in cui convergono tutti i protagonisti e dove si consumano i fatti principali della Trilogia, è la villa alle pendici del colle di Scorcola, immediatamente sopra il centro cittadino. Una villa signorile, con tanto di scuderie e circondata da un elegante giardino, in mezzo al quale troneggia la Fontana della Bora, sorta di simbolo della famiglia e gelosa custode della storia dei von Sonderburg.

Come ha dichiarato più volte la scrittrice, i personaggi che popolano questa Trilogia, così come gli eventi che si svolgono dinnanzi il veritiero sfondo storico, sono frutto di fantasia. Ma, in verità, non esiste opera che sia interamente frutto di invenzione: il vissuto personale di chi scrive, la sua memoria interiore, le emozioni e le aspirazioni, finiscono per proiettarsi, a livello conscio o inconscio, nel racconto; e ciò spesso avviene in modo trasfigurato, rendendo irriconoscibili e difficilmente identificabili i modelli di partenza. Maria Luisa Grandi, lo si è detto, si è mossa attraverso una lunga serie di racconti appartenenti alla memoria familiare, intrecciando e romanzando i quali ha creato una storia nuova, inventata, eppure perfettamente credibile e del tutto coerente con le vicende storiche del Novecento europeo. Dietro le quinte del racconto è costantemente presente l’autrice che non solo organizza in modo sapiente le azioni dei suoi protagonisti, ma proietta nel racconto anche se stessa, rivelando i propri gusti personali quando, per esempio, descrive con raffinatezza gli abiti delle dame, le ricette di cucina o l’arredamento di un salotto. Parimenti, dietro ai numerosi personaggi, spesso si celano i ritratti di persone che appartengono al vissuto dell’autrice e che, proprio per questo, riescono ad apparire ancora più vivi e credibili. Ma, naturalmente, sarebbe inutile cercare di scoprire quali possano essere stati i modelli d’ispirazione: devono rimanere, come è giusto che sia, custoditi tra i segreti dell’autrice.

Maria Luisa Grandi

La famiglia von Sonderburg

La trilogia completa

Hammerle Editori, Trieste 2022

  1. 504, euro 22,00