Un battesimo della scrittura

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L’esordio narrativo in trentasette racconti di Andrea Comisso

di Walter Chiereghin

 

A pensare che è andato in stampa nei giorni dell’inquietante prolungata siccità di quest’estate del 2022, quando per settimane non una sola nube attraversava l’azzurro del cielo, c’è un che di grottesco e di sottilmente irridente persino nel titolo del libro – opera prima di Andrea Comisso, «non più giovane “esordiente”», come dichiara nella sua prefazione Camilla Wills Mariotti – titolo che recita, vagamente beffardo: Oggi le nuvole regalano una tregua. In effetti, come più seriamente ci ha spiegato Giulia Basso in una sua acuta recensione sulle colonne del Piccolo dello scorso 19 settembre, parlando dei racconti ospitati nel volume, «il titolo racconta mediante una metafora l’idea che li ha ispirati: le nuvole, che regalano una tregua, sono le isole di consapevolezza nel marasma quotidiano, le oasi di lucidità nella confusione».

Si tratta di un volume di racconti brevi, trentasette per la precisione, partoriti tutti dalla effervescente fantasia di Comisso nel periodo delle restrizioni imposte dalla pandemia alle attività. ai movimenti, alle relazioni interpersonali. Un lungo intervallo di tempo che si è prestato a prolungate riflessioni solitarie, radici di quest’esplosione di prose che all’apparenza narrano tutt’altro, ma nelle quali non è difficile individuare l’eco di un pensiero scaturito da esperienze vissute e da molte altre immaginate, da angosce e paure, da valutazioni critiche, ma anche da considerazioni etiche che hanno trovato in una narrazione spesso esplicitamente metaforica lo strumento comunicativo più efficace ed adeguato per arrivare ai lettori, ma anche probabilmente per manifestarsi con maggiore evidenza allo stesso autore.

Sono racconti che si divaricano in molte direzioni diverse, dalla precognizione di un futuro possibile e di norma espressione di un’allucinata distopia, alla ricostruzione ex post di vicende storiche note a tutti, per esempio l’inglorioso abbandono dell’Afganistan da parte delle truppe statunitensi nell’agosto 2021, rivisitato in un ipotetico agosto del 2036, al fine di assegnare a un’immagine straziante – che tutti abbiamo veduto nei telegiornali – un suo plausibile (quasi) lieto fine (La cosa giusta). Oppure in stranianti avventure ove la percezione e la stessa logica deviano dall’usuale e solo alla fine la narrazione dà ragione della surreale deviazione (Festa d’agosto), o ancora in fantasie biografiche legate a un illustre e celeberrimo poeta marchigiano, rivisitate, ampiamente post mortem, da un suo redivivo fratello minore di nome Carlo (Rimembri ancora?). Altre volte è la cronaca a fornire materia a Comisso per immaginare, ad esempio, un dramma della solitudine come in Dal basso, dove un’anziana donna vive un’esperienza agghiacciante per cinque giorni («centoventi ore – e sono proprio tante, voi vi siete coricati e alzati cinque volte, indifferenti») nell’appartamento di un condominio distratto, oppure, come in Allontanarsi dalla linea gialla!, la storia di un gioco acuminato e imbecille in cui un’adolescente mette a repentaglio la propria vita sui binari ferroviari «mentre un raggio di luce incrinava il muro del teatro dell’indifferenza».

Qualche racconto si tinge vagamente di giallo, ed è l’occasione, per il penalista che scrive, di riflettere sulla giustizia e, soprattutto, sull’ingiustizia, quella che narra di un attentatore che identifica il vero responsabile di un tragico episodio di malasanità nel livello politico più alto e non già in quelli esecutivi (Immersione), oppure quella che narra di un padre che ha visto sottrarsi la figlia da un genero uxoricida che esce in permesso dal carcere dopo un intervallo troppo breve dal delitto (è giusto così), oppure nel resoconto di una “zingarata” tra quattro amici che si risolve nella caccia, nella cattura e nella risolutiva punizione del passeur, «il bastardo in mimetica che se ne stava seduto sul cofano del fuoristrada contando con avidità le mazzette di banconote» dopo aver avviato al confine con l’Italia un gruppo di migranti (Amici miei). O ancora, nelle parole di una dichiarazione spontanea indirizzata al presidente di un tribunale, la ricostruzione della sua vicenda di omicida di un ex detenuto che, espiata la sua pena e saldato, come si usa dire, il suo debito con la legge, chiede di essere ammesso ad esercitare la professione di avvocato (Gabbie).

E c’è poi la dimensione onirica, che regala una solida base alla rappresentazione surreale di personaggi e situazioni, un ambito in cui è facile incontrare, ad esempio, un eroe derivato da manga importati dal Giappone (Pronto al volo? … Quant’è bella giovinezza!).

Una vena inventiva onnivora, seducente e all’apparenza facile, ma che, a ben vedere, rivela tra le righe di una scrittura accurata e pianamente discorsiva una precisa ed articolata visione del mondo, della condizione umana e della società in cui viviamo, con le potenziali sue aberrazioni già impegnate ad infettare in nuce il nostro presente. Nel primo racconto del volume, Naviga con noi!, il protagonista ed io narrante, ospite di una nave da crociera, a causa di una tartina di baccalà che gli macchia vistosamente la manica della giacca, viene dapprima deriso e, in rapida successione, sbeffeggiato, insolentito ed infine pesantemente umiliato ad opera degli altri crocieristi e dello stesso personale di sala e della sicurezza di bordo che, per quel banale incidente, si arrogano il diritto di farne lo zimbello della crociera per tutta la sua durata. La grottesca situazione gli viene illustrata dal comandante che gli ricorda una clausola contrattuale (annidata tra quelle scritte “in piccolo”, come specifica l’autore che di professione – ricordiamo non senza malizia – fa l’avvocato) secondo la quale il notevole sconto accordatogli sul prezzo della crociera è subordinato alle vessazioni cui dovrà sottomettersi. Un testo avvincente e divertente, certo, ma sotto questa superficie di leggerezza non si può non avvertire l’inquietudine per una società che subordina alla prospettiva di un facile guadagno – o di un ancor più facile risparmio – ogni altra cosa, non esclusa la dignità personale.

Una serie di tuffi, quelli proposti in questo libro e, nell’insieme, una lunga nuotata nel mare grande di una libertà dell’invenzione, per trovare o almeno per cercare un senso alla quotidianità del nostro vivere individuale ed associato, spiando oggetti ed emozioni, speranze, ansie ed illusioni. Un promettente esordio narrativo.

 

 

 

Andrea Comisso

Oggi le nuvole

regalano una tregua

Hammerle Editori, Trieste 2022

  1. 146, euro 14,00