SALA PETRARCA O TEATRO FABIANI?
beni culturali | gennaio 2016 | Marco Menato | Ponte rosso N° 8
Una nuova Biblioteca a Gorizia
di Marco Menato
Per quelli della mia generazione, la Sala Petrarca richiama alla memoria le Feste del Ceppo, organizzate in quella Sala dalle scuole superiori in occasione del natale (anche se l’ITI riusciva sempre a fare di meglio). Una Sala già all’epoca polverosa e abbandonata, che con molta buona volontà veniva concessa per la festa.
L’abbandono è continuato imperterrito nel corso degli anni, nessuno si era mai posto il problema del pregio architettonico e dell’importanza culturale che quello spazio aveva avuto per Gorizia, fino alla Prima Guerra.
A me che chiedevo nuovi spazi per la Biblioteca, in una riunione di parecchi anni fa in Prefettura, fu proposta l’assegnazione della Sala Petrarca, compreso il piano inferiore da adibire a magazzino librario.
Non racconto, per carità, di come il consistente finanziamento (in lire!) avuto in un primo momento sia andato perduto in vacui rimpalli burocratici, finalmente nel 2011 il Ministero beni culturali dispose un nuovo finanziamento di 300 mila euro: purtroppo non sufficiente per l’intero restauro, ma bastante per ripartire con più lena della volta precedente (comunque per chi volesse ripercorrere tutta la storia, può consultare la pagina “Bandi di gara e contratti” di www.isontina.benicultuali.it).
Lo studio di architettura Di Dato-Meninno ha ultimato il progetto esecutivo, nel quale sono state previste – quando sarà aperto il cantiere – anche le indagini strutturali assegnate al prof. ing. Nicolino Gattesco dell’Università di Trieste, a completamento di quelle già portate a termine nel 2002 dal prof. arch. Paolo Rocchi dell’Università “La Sapienza” di Roma. In data 4 dicembre 2015 è stato pubblicato sul sito della Bsi (e su altri siti dedicati) l’indagine di mercato per l’individuazione di operatori economici da invitare alla procedura negoziata per i lavori di adeguamento e ristrutturazione della Sala (la scadenza del bando è l’8 gennaio 2016): tenendo conto quindi dei tempi procedurali il cantiere sarà concluso entro la fine del 2016.
Il progetto esecutivo ha ovviamente considerato anche la complessa normativa di sicurezza e antincendio alla quale un luogo pubblico deve sottostare.
E proprio su questo punto c’è una novità.
In occasione della mostra “Profezia dell’architettura. Visioni di uno spazio teatrale e bibliotecario”, allestita dal 18 al 20 maggio 2012 proprio nella Sala Petrarca, avevo scritto, nel cataloghino uscito per l’occasione, della sala e del ballatoio foderati di libri e quindi di una sala che svolgesse funzioni comprese fra la consultazione e la lettura di libri propri, quasi ipotizzando di trasferire parte del servizio bibliotecario (almeno per il materiale recente) da palazzo Werdenberg alla Sala Petrarca.
Tenuto conto però e della non ottimale illuminazione naturale (alla quale certo si può ovviare, ma con costi elevati e con risultati probabilmente non sempre confortanti: d’altra parte Fabiani aveva realizzato un teatro e non una biblioteca!) e dei risvolti economici che ci sarebbero a seguito della collocazione, anche sul ballatoio, di un consistente apparato librario che quindi richiederebbe la presenza di un sofisticato impianto di spegnimento, ritengo che la soluzione ottimale sia utilizzare la sala rispettando il suo trascorso storico e cioè per conferenze, presentazioni e riunioni, piccoli spettacoli teatrali e musicali, in collaborazione con le molte associazioni culturali presenti nel Goriziano e soprattutto con la Biblioteca Slovena “D. Feigel” che ha sede al piano terra. Per la sala è stata comunque prevista una idonea cablatura informatica e un impianto di condizionamento dell’aria.
Il palco sarà conservato, anche per disposizione della Soprintendenza, ma abbassato di circa 40 cm rispetto all’attuale, che potrebbe non risalire alla prima epoca. Gli spazi situati invece ai piani inferiori dovranno essere necessariamente adibiti a magazzini librari, con impianti di rilevazione fumi, spegnimento automatico, temperatura controllata e allarme antintrusione.
L’ingresso principale è quello monumentale al n. 1 di via Petrarca, mentre l’ingresso per i disabili e ai magazzini è a fianco del citato n. 1.
Nella riunione del 29 luglio scorso (fra Biblioteca isontina e Biblioteca Feigel) è emerso che i magazzini assegnati alla Feigel sono di molto maggiori delle sue esigenze e quindi è stato ipotizzato che possano venire utilizzati, con una futura convenzione, dall’Isontina, la quale invece ha un’esigenza pressante di nuovi spazi.
Nel frattempo infatti alla Biblioteca Feigel sono stati definitivamente assegnati gli spazi del piano terra (quelli che un tempo erano occupati dalla libreria Paternolli) e del sotterraneo corrispondente, per un totale di 631 mq, ai quali vanno aggiunti altri 135 mq del costruendo soppalco. Il progetto è dell’arch. Dimitri Waltrisch, che aveva già curato la ristrutturazione della palazzina del KB Center in Corso Verdi 51, nella quale insieme ad altre istituzioni culturali e commerciali della minoranza slovena ha sede la Biblioteca “Feigel”.
La Feigel quindi occuperà una notevole porzione, e molto visibile, del Trgovski Dom, con una dotazione libraria (oggi di circa 51 mila volumi) che in gran parte sarà distribuita su scaffale aperto. È chiaro che a questo punto il dialogo fra le due biblioteche (almeno per quanto riguarda le attività culturali) dovrà imporsi più di quanto si potesse pensare fino a qualche tempo fa: molti lettori preferiranno gli spazi nuovi della Feigel, tra l’altro collocata in una zona pedonale, vicino al parco pubblico e a numerosi esercizi commerciali (tra i quali bar e librerie). Le manifestazioni delle due Biblioteche saranno ospitate in Sala Petrarca, che a questo punto essendo la Sala più centrale e con un numero di posti non elevato, diventerà necessariamente il luogo “culturale” più richiesto e più visitato. Il Trgovski Dom tornerà alla sua funzione per la quale fu costruito da Max Fabiani, cioè centro culturale e punto d’incontro. Non passerà molto tempo che bisognerà compiere ulteriori passi nell’ambito della cooperazione, per esempio, delle acquisizioni librarie: la Feigel, pur mantenendo la sua specificità linguistica, dovrà coprire l’area della pubblica lettura e quella per bambini/ragazzi (settori che del resto già copre, anche verso i parlanti in italiano), mentre all’Isontina spetterà la gestione della documentazione storica a stampa e manoscritta. Rimangono purtroppo separati i cataloghi, che fanno capo a due istituzioni nazionali diverse (SBN per l’Italia e COBISS per la Slovenia), ma nulla vieta pensare che anche su questo versante si possano sperimentare delle convergenze. Se i magazzini potranno essere fin da ora, e da un certo punto di vista, comuni, è immaginabile che in un domani lontano, ma non molto, possano essere intraprese politiche comuni di scarto, di catalogazione, di digitalizzazione e soprattutto di acquisizione, orientate verso una più razionale gestione del servizio bibliotecario in un’area geografica già di per sé molto limitata.
Proprio durante le fasi della consegna alla Biblioteca “Feigel” della sua parte, sono emerse delle incongruenze tra le piante possedute dal Demanio e l’effettiva realtà. È stata quindi verificata la muratura di due porte, con due stanze all’interno che a una prima e veloce ispezione (15 ottobre 2015) si sono presentate ricolme di macerie edilizie (non è però noto a quando risalga l’intervento alterativo). Tale area, non formalmente consegnata dal Demanio né alla Biblioteca Feigel né all’Isontina, restituisce oggi l’antico progetto di Fabiani (del resto anche in altre parti alterato, senza la corrispondente documentazione autorizzativa) e probabilmente consentirà una più razionale divisione degli spazi fra le due Biblioteche.
Fino ad ora due sono i risultati ottenuti: maggiore conoscenza della progettualità di Fabiani con la restituzione dell’immobile alla sua originaria veste e la creazione di un polo bibliotecario italiano-sloveno, che forse è l’aspetto più interessante di tutta la vicenda.
Un’ultima nota, già annunciata nel titolo.
Ma perché continuare a parlare di Sala Petrarca (che individua, molto banalmente, la via dove ha sede la Sala) e non più correttamente di Teatro Fabiani, a 150 anni dalla nascita del suo autore, avvenuta il 29 aprile 1865?